Omaggio a Dante Alighieri di
il veltro 34 ialtra via da loro| li uccide : fuggi da costei| che s' accoppia a molti animali| e che più ancora saranno | infin che verrà il Veltro che la rimetterà nell' Inferno. Discendiamoci| e visita meco anche il Purgatorio; se poi| giunto alla sua cima| vorrai salire al Paradiso| un'anima più degna si farà in tua scorta. Io gli risposi : Ti ri-chieggio di menarmi ove hai detto| e far sì| ch'io reggia la Porta di San Pietro| e V Inferno ».
Senz' andare (ci scusino gì' investigatori di sensi strani) in allegorie| questo linguaggio si può | anzi si deve| secondo il Brothier| chiamar letterale| ed intendersi letteralmente da chi sa | essere stata questa la lingua mistico-simbolica del Tempio. Tuttavia parrà a tutti| che noi| volgendola in mistico-ascetica| ne svolgiamo veramente una segreta allegoria. La questione non sarebbe che di parole : il certo e| che | dando a quelle immagini un senso| secondo la bella espressione dell' Ozanam| indubitabile ma severo| senza far altro che tradurle dal senso letterale proprio all' improprio| non se ne muta minimamente la sentenza| che (allegoria| o no) così suona:
« Io mi ritrovai fra i peccatori più lontani da Dio. Vinto però da un salutare timore| abbandonai il peccato| e| riparando alla Chiesa| mi gettai contrito a'piedi del Crocifisso. Dopo ciò osai riprendere quel tenore di vita| eh' è principio e cagione di gioia ai giusti che serbano la battesimale innocenza. Mentre però| mischiato al coro de' Catecumeni| benché arido fosse il mio spirito| presumeva di giunger presto a gustarle dolcezze della Vita illuminativa| ecco insorgere in me i tre fomiti che sono radici di tutti i peccati| la Carne| il Mondo e la Morte (il Demonio)| ed indurmi in gravissime tentazioni. Superai quelle della Carne e del
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