Omaggio a Dante Alighieri di
il veltro 34 idall'Editto alla Gerusalemme terrena| proemiarono il Viaggio de1 sette giorni da questa alla celeste Gerusalemme. Nò vi sarà fra i dotti di Misticismo chi creda | essersi dal Poeta troppo speso di tempo nel suo Proemio| ma dirà ognuno ciò che San Girolamo' disse dell' andata proemiale de' mistici pellegrini| a' quali per giungere alla Città di Dio convien prendere la Via lunga ; Non autem exiguum est vel unum istum diem in peccatorum contritione transigere| et ad coelestem Philosophiam respi-cere| animaeque permittere ut| vel paulisper| a mundanis respiret curis.
Or chiariti i due sensi letterali| o s' altri voglia| il senso letterale e l'allcgorico-teologico| noi ci faremo a dimandare a' Mistici-simbolici : Chi può esser quel Veltro| che farà morir di doglia la Lupa| che| ammogliatasi a molti animali| impedisce di riprendere la Via diritta a chi l'ha abbandonata? E tutti ci risponderanno: Il Canis gregis di San Gregorio. 0 se ci volgeremo a tutti i Cattolici| chiedendo loro: Chi farà morire la Morte| che| fattasi druda del peccato| impedisce di riprendere la via dell'innocenza a chi l'ha perduta? E tutti ci risponderanno : Nostro signor Gesù Cristo| il quale disse Io sono la Vita| e sarò| o Morte| la morte tua. Tali risposte| se vòlte a far aperto un concetto simbolico del Canto I del Dante| portano seco anco il tempo| in cui si vedrà questo nuovo trionfo del Signore| cioè quando tornerà sulla Terra| e| ripeteremo con San Tommaso| vi starà diu| poiché in quel tempo felice sae-vitia et fraudolentia Diaboli penitus defìciet; e diciamo| che solo tal epoca di beatitudine può darsi alla vittoria del Veltro di Dante| perche Virgilio accenna poi ad una felicità universale| ed annunzia| che il Veltro
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