Omaggio a Dante Alighieri di
37 2 il veltrosoggiunge : Le parole di Cristo « Regnum meutn non est de hoc Mundo » non s'intendono così| che Cristo| eh'è Dio| non sia di questo Regno Signore| ma disselo com' Esempio della Chiesa| la quale non aveva cura di questo Regno.
E tanto l'Allighieri ebbe Gesù Cristo per sommo Sacerdote del Regno del cielo con un suo Vicario nel Papa; che nel citato Libro de Monarchia (§ 3.°) par che '1 veggia cogli ocehi proprii assistere a' generali Coneilii| quibus| egli dice| Christum interfuisse non est qui dubitet ; e tanto L'ebbe per Re del Mondo con un suo Vicario nell' Imperatore| che| quando vide costui ritroso a discendere dalle Alpi per veder le stragi ehe insanguinavano il Giardino dell'Impero e cessarle| si volge al Re| ed umilmente gli dice| se forse ha torti gli occhi divini dall' umile Italia : eecone i versi| con cui invita il Vice-re del Mondo a calare dalle Alpi:
Vieni a veder la gente quanto s' ama| E| se nulla di noi pietà ti muove| A vergognar ti vien della tua fama.
Poi| quasi prevedendo| che l'Imperatore Tedesco non sarebbe disceso fra noi| sclama al Re :
E| se licito m' è| o sommo Giove|
Che fosti in Terra per noi crocifisso| Son forse gli occhi tuoi rivolti altrove?
Chi era dunque Gesù Cristo per Dante? L'Iupiter (qui juvat) di Cicerone e di Orazio| o V Jevoha degli Ebrei| ed era al tempo stesso il crocifìsso| eioè quel sommo Sacerdote ehe avea offerto Sò stesso in vittima per noi. Quindi ne'guai politici| non diversamente dalla Chiesa che raccomanda al Redentore la pace de'Principi| ri-volgevasi al nostro Giove| al nostro Re | perchè ne soccorresse con l'alta sua Provvidenza. Similmente il
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