Omaggio a Dante Alighieri di
37 2 il veltrocinque è il Verbo di Dio| che prende vendetta della sposa adultera e del drudo. Nel Canto I Dante mirò con l'avrà rimessa nell'Inferno al misit eum in abyssum; qui con allùderà la fuja| E quel gigante che con lei delinque mirò alYlnfernus et Mors missi sunt in stagnum ignis dell'Apo-calisse; relazioni evidenti.
Da ultimo diremo| che| anche in senso storico| non altri che Gesù Cristo| secondo l'opinione de'contempo-ranei| ancise Bonifacio e Filippo; e Dante| testimonio di que'eelebri casi| non è meraviglia seguisse la politica credenza in riguardo ad un Papa| che gli nocque| e ad un re| che aveva per un Pilato crudele. Le morti di eoloro cui veramente nel 1300 dier tempo stelle propinque| avvennero| in quanto al Papa| nel 1303| ed| in quanto al re| nel 1314; e l'Allighieri| che intorno a questo secondo anno scriveva il Purgatorio| ben ricordava le ingiurie de'Romani al cadavere di Bonifacio| ed avea piene le orecchie di ciò che sulla morte di Filippo si diceva dal popolo. Bonifacio| scrive il suo biografo e nostro chiarissimo amico p. Luigi Tosti| fu creduto che si fosse ucciso invocando la Lupa| e le genti non alzarono sul suo feretro un rispettoso compianto| ma grida di esecrazione: « Filippo| scrive poi il Mura-ratori| Principe pieno di peccati| fu chiamato da Dio alrendimento de' conti. La sua morte____ fu creduta gastigo
di Dio ».
Che se alcuno| ammettendo volentieri la propinquità delle stelle in senso storico | le avesse per senso duro in riguardo alla seconda venuta del Veltro| gli ricorderemmo| che non si ponno comentare i Poeti antichi| se non rimontando alle idee del secol loro| e che agli orecchi degli uomini del 300 Vappropinquai dies Domini
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