Omaggio a Dante Alighieri di
37 2 il veltrolità o il pro-principio del Mondo. E più di ogni altra autorità| impone riverenza quella di Dante| il quale | oltre che si piace (Par. X) di chiamar Valore il Padre e Amore lo Spirito| par che comenti questo verso con que' due del Canto III| eh' ei lesse sulla Porta del-V Inferno|
— Fecemi la divina Potestate|
La somma Sapienza| e il primo Amore —|
volendoci dire| che il Padre potentissimo avea fatta quella Porta| perchè la Giustizia vi spronasse dentro le anime de' perduti ; avevala fatta il Figlio sapientissimo| per ingresso ai Sospesi| conciliando divinamente un' eterna vita di desiderio del bene senza la speranza di conseguirlo ; avevala fatta perfine lo Spirito Santo misericordiosissimo| perchè per lei i peccatori penitenti potessero calare alla visita dell' Inferno| e compiervi mediante la dolorosa vista di tormenti e di tormentati| la soddisfazione delle| colpe loro. La relazione de' due versi del Canto III con quello che esaminiamo; è evidente ; ed avendo il nobile Padovano Angelo Sicca dataci un' accuratissima edizione del Dante| ove le tre parole Potestate| Sapienza| e Amore| erano impresse nel Canto III coli'iniziali maiuscole e con le minuscole nel Canto I| volle| per nostro avviso| corregger l'errore| così dimostrando| che avrebbe pur corretto tra Feltro e Feltro in tra feltro e feltro| se il nostro consiglio gli fosse giunto prima che fosse compita la sua edizione.
Se poi ad alcuno parrà poco propria la frase « cibar sapienza ec. » vorrem ricordargli| che Gesù Cristo disse: Meus cibus est| ut faciam voluntatem Ejus qui misit me: ciò diceva Egli| come uomo. È però conveniente la no-
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