Omaggio a Dante Alighieri di

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      388 l'esilio di danteFosser Y atre faville| in cui leggea L'estremo danno della patria e '1 suo. Ma volle indarno : e del futuro il velo Misterioso gli squarciava un sogno Pien di spavento. A lui veder parca Di combusta cittade| avvolta ancora Entro nembi di fumo| escir nimichč D'armi e d'insegna due falangi ; all' una Segna la via? superbo all'aure sciolto| Bianco un vessillo| ed alla manca ondeggia Il vessillo di morte. In truce aspetto| Silenti e chiuse nei cimici*| siccome Tace entro il nembo clic veleggia| il foco| Entrar Firenze : e numerose ed arse Da lunga sete i laghi| i fiumi| i fonti Tutti esiccar| l'ultime stille e i rivi| Tra la ghiaja gementi e l'erbe ascosi| Maculando di tosco. A quella vista Un levarsi di palme| un ululato Di frenetica gente| che imprecava Agl'Italici fonti; ed acque ed acque Chiedeva ai monti : dalle balze alpine D'onda sterminatrice orrendo un mugghio Quasi eco rispondea; seguia pił vivo Il plaudir delle mani| il fremer lungo Di desiro e di gioia; ed invocato Pur discese il torrente : iroso e torbo| Di diga impaziente allaga| e passa| Scalza le mura| le bastite atterra| Divora| ingoia| e i lieti colti e bianche Di vegghiato candor tenere aiuole Pesta in sua brama ingorda| e nell' impuro


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Omaggio a Dante Alighieri
offerto dai cattolici italiani
di
Tipografia Monaldi
1865 pagine 656

   

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