Omaggio a Dante Alighieri di
per un esule della rivoluzione 393
Tra le foglie spirava| e quel susurro Parea mite sospir| che lo destava Involontario a sospirar | nell' alma Novi sensi mescendo| c sconosciuto Agitando un desir| che si perdea Di mestizia e di gioja entro un sottile Vapor| che tosto anch'ei vania. Quand' ecco| Bianche farfalle ad inseguire intesa| Più candida dei gigli una fanciulla. Gli scorre innanzi : le lucenti chiome Per gli omeri vaganti acceso il raggio Lambia del sol morente| e le pupille Piene d' amore e V innocente viso In eterea' beltà pingea. Veloce Precorre il fanciullin tra l'erbe e i fiori Della tenera ai passi| e con la mano Copre leggiadra farfalletta| e a lei L'offre anelante. Allor due vaghe stelle Un istante mirar negli occhi suoi| Sorridere un istante| e poi chinarsi Di soave pudor cosperse al suolo| E ritrarsi| e vanir tra i rami. E Dante Percosso | immoto| pur seguia col guardo Quella face smarrita; ed alle genti Chiedea| chi fosse l'angioletta ascesa In sì candidi veli; e fin d'allora Scolpia nel petto| in pura lucè ardente| Di Beatrice il nome. - Ed ora invano Chiede l'erbe e i roseti; e dell'Edéno Finge le sponde dilettose| e quivi Entro nembi di gigli e nel trionfo Di celesti quadrighe| in mezzo al risoi
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Parea Involontario Novi Agitando Vapor Bianche Lambia Piene Precorre Copre Sorridere Dante Percosso Chiedea Scolpia Di Beatrice Chiede Edéno Finge Allor
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