Omaggio a Dante Alighieri di
per un esule della rivoluzione 397
Anche le meste rimembranze asperge Di calma e di sopor| l'alma elevando A quella sfera|' dove spazia eterna Entro luce eternale| e '1 nembo e '1 tuono Calca in sua possa. - Sorridente in quella Ruppe l'estasi a Dante il buon romito : E mira| disse| quanta a noi d'intorno Spieghi delizia questa scena| a cui Cede il baglior di vostre sale e il fasto Delle cittadi irrequieto. Oh! guarda: Di retro al monte in suo candor si affaccia La luna| eterea lampa| e del suo raggio Par che all'occhio mortai svelare agogni L'opre stupende 1 - Com'è bella| o Piero| Come bianca la luna! Ahi! quella fronte Che alluma al pellegrin le dubbie tracce| Poi che nel pianto della notte estrema Pallida io vidi tremolar su l'Arno | Numerò tutte| irremovibil sempre Nel corso obliquo| le mie notti e l'ore E i mesi e gli anni; ma del cor le ambasce| Le speranze tradite e le querele Del longanime amor| gli stenti e il lungo Dibattersi dell'alma e le crudeli D'irrevocati dì memorie| ah queste Non le bilancia il tempo! In mezzo al petto Ferve la lutta| e lo consuma. 0 Piero| Io coi)| la patria mia tutto perdei| Anche i figli ho perduti ! e a'suoi begli anni Da sì lunga stagion vedova è Gemma ! -Sotto la destra amica a questi accenti Con paurosi balzi il cor del vate
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