Omaggio a Dante Alighieri di
per un esule della rivoluzione 399
Dolce malinconia versando| intorno Ondola| e prega pace : e dalle vette E dall'ime convalli in quegli cròmi Par| che sorga una voce | un amoroso Sospir| che chiede pace al cielo| e pace Risponde all'umil voto il firmamento. Quella dolce d'amor gara sublime | Che di eterea bellezza agli occhi suoi Pingea la scena armonizzata| al cuore Venia di Dante| e lo vincea. Tre volte Percosse il petto| ed esclamò: Gran Dio| Tu perdonasti al sibilar blasfemo Dei manigoldi; ed io per te volente Perdono| anch'io. Due lagrime soavi| Anni molti dall' ire inaridite| Scorrean sul petto generoso ; e '1 veglio All'atto| al voto| al lagrimar commosso Piagnea d'amor con lui. Di quelle balze Giulivo oltre l'usato il Cherubino La vittoria segnò| dalle celesti Ale piovendo e dall' eterne chiome Ambrosie a quella notte. Ed al notturno Carme rediasi il veglio| e lo lasciava D'un' estasi profonda entro la luce Rapito a meditar. - Celesti arcani Favellar quei recessi| audaci penne Giunsero al forte imaginar| sereni Giorni e placide notti e sovrumani Estri gli dice - Lambiva appena il sole Quelle creste dentate| e dei romiti Udiasi l'inno mattutino ; e '1 suono D'organo armonioso empiea l'eccelsa
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