Omaggio a Dante Alighieri di
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ì04 l'esilio di danteDi gloria eterna. Sovra lui la Fede | Di cotanto trofeo superba| aderge
I suoi segni immortali; e di sue palme E degli allor cui non isfiora il tempo Lo incorona osannando'. A questa tomba S'ispireran gl'itali geni| e l'ossa Interrogando| che sotterra anch'oggi Fremon di patria non mentito amore| Berran dive faville| ed aurea luce Attingeranno ad erudir le genti.
Dormi in pace| Alighier; tu non vedesti| Com'io lo vidi| lo sterminio e l'onta Delle belle contrade; e immonda schiera D'indomate cavalle al loco santo Mirar frementi| e minacciar de' calci Scuotere l'ara| e lacerar coi denti Al Cristo i segni ed a' Leviti il petto ! Come e atroce a ridir : Premea l'Europa Notte d'ombre decenni| entro il suo velo Nembi aggruppati ravvolgendo e chiusi Nelle latebre sue misteri e cifre Di foco inferno scintillanti ; e V orbe In letargo mortai vinto e sepolto Par si scotea| quasi convulso| al mugghio Dell'uragano| e gli assonnati lumi Apria smarrito ; ma repente il capo Vinto di codardia| come di nuovoII sognatore in suo delirio cade| Nelle coltri volgea. - Scoccata è l'ora Della riscossa agl'infernali; e Italia
In braccio ai drudi suoi vaneggia| e dorme ! Scoccata è l'ora : ed ecco all' improvviso
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Fede Interrogando Fremon Berran Attingeranno Alighier Com Mirar Scuotere Al Cristo Leviti Premea Europa Notte Nembi Par Apria Vinto Italia Sovra
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