Omaggio a Dante Alighieri di
404 l'esilio di danteSul Campidoglio s'aggruppava| e sangue Stillò sul Tempio ; i candelabri e l'are Strisciò lancia di foco| i penetrali S'abbuiaro un istante ; ed alle soglie Un fremir di Lioni; e intorno intorno Eco di tradimenti e di rapina| Suon di stragi fraterne ! A tanto scempio Plaudia V inferno| e tra sue schiere un urlo Qual di vittoria discorrea. Codarda Una plebe frattanto e neghittosa Chinava il collo al giogo| e palpitante Sognava spento in Vaticano il lume Del faro eterno| e sotto al piò lascivo Della putta la Croce. - Ai tralignanti Di quel segno il mistero è notte; e come Per dritto calle tra l'insidie e l'urto D'impotenti- nimici altero assurge Dell'universo alla conquista| al carme Del trionfo perenne. È bello| ò santo Dar con esso la vita; ai generosi Di lauri eterni dispensicra ò morte. -E Roma| un giorno al gladiatore oscena Palestra di furor| di oliva or cinta Palestra ai forti è d'immortai decoro| Tempio di luce all'Universo. Eterna| In tetragona base| eccelsa pietra Ieova le pose di sua mano| in fronte Di Ieova il nome in adamante incise. Oh! qual sublime in divi rai corrusco Sovra i monti di Dio quel soglio assurge| Cui tanta Pietra è fondamento ! In terra Qual occhio il vale misurar? Qual ciglio
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