Omaggio a Dante Alighieri di
400 |l'esilio di danteVolger credea nell'immortai baleno| Che rapirgli tentò ; l'altera fronte Errò vertiginosa| e nella polve Dischiomata si volse. - Oh ! su la terra Ei si levò giganteggiando| e fera Mescea la testa colle nubi ; un fiume Piovea di sangue dal suo brando| e sangue Gocciar le chiome : d'un suo piede ai monti L'ardue creste premea | l'altro i sonanti Flutti e la rabbia d'Aquilon| sommerso A' suoi conni calcava. In sua possanza| Ebbro di gloria e di follia | la destra A quel soglio avventò ; parea| scotesse La sua cima e le basi| ed un istante L'abisso arrise. Ma sanguigno un campo Squarciava i cieli| subitano un turbo Di procellosa ira lo avvolse; i gorghi Dischiuse immenso mar; sovra il colosso| Che palpitante traboccava| i flutti Serrò con un muggito; e tra gli scogli D'ispida landa bellico un vessillo Galleggia ancora; e mentre la marea Le reliquie flagella| e batte il vento| Con irosa minaccia arcana voce Grida anch'oggi alle genti: - Altera fronte| Che rubelle percuote incontro al sasso | Sul quale eterno il Vaticano assurge ; Dall' arduo sasso Stritolata in polve | Avrà nimico il mondo| il ciel nimico| E tomba illacrimata in Acheronte.
Gennaro M.° Sarti
' t). c. d. g.
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