Omaggio a Dante Alighieri di
i i ì dante e la sua politica '
lontà individua in. cui si incontri la piena garentia inorale del bene universale ; senza che la volontà generale e il pensiere nazionale| vario sempre e discordante| corrivo più al male per ignavia o per ignoranza che al bene| sia riassunto nella persona del principe| solus arbitrer rerum. In quell'uno la velocità del pensiere | e la virilità del volere ; in quelli uno la prontezza dell' azione e l'entusiasmo dei popoli ai fatti generosi. L' unità dunque dei voleri individuali ei ripone nella volontà monarchica. E siccome Tacito diceva| che 1' unità dell' impero richiedeva si reggesse a volontà di un solo| unum imperii corpus unius animo regendum| così 1' Alighieri unus sit princeps| dicea| cuius volun-tas sit domina et regulatrix omnium aliarum in unum; e 1' unità del potere egli appellava cavalcatore dell' u-mana volontà| lamentando spezialmente che la misera Italia dei suoi tempi| sgovernata certo non peggio che ai nostri l'Italia piemontese| andasse senza cavalcatore per lo campo.
VI. Lo Stato nella ment^ di Dante era un aggregato eh' ci concepiva come una sola persona| dotata d' un solo intelletto e d'una sola volontà| avente una forza di azione distinta dalla individuale dei cittadini. E la unità dell' intelletto e dell' azione era per lui collocata nell'unità della Sovranità monarchica. Se la dividete in brani ne' governi popolari o misti la lotta delle volontà e delle inclinazioni creando l'egoismo distruggerà la libertà dei singoli. L'Alighieri adunque seguitava il precetto del Politico da Stagira che nella| coesistenza cioè di più esseri ordinati ad uno scopo| quando aliqua plura ordinantur ad unum| la poliarchia sarebbe funesta| e conviene chc un solo regga'e governi| e
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