Omaggio a Dante Alighieri di
dante e la sua politica 4 1 0
pandespota imperiale o della Stato-latria moderna | fu detestata dall' Alighieri contra la corrente delle opinioni dei suoi tempi ; e la detesterebbe ora contra la corrente delle opinioni rivoluzionarie. Egli voleva nel Monarca la giustizia| che s'innamora lo del del giusto rege; egli sapientemente voleva che il Monarca fosse vólto al bene del popolo| di cui non gli è| come diceva Seneca| servitu-tem datam sed tutelam\ e facesse tutto pel popolo| benché nulla per mezzo del popolo. Egli non bruciava incensi alla gloria o allo splendor dei troni| ma collocava l'ideale dell'impero regio nella carità. Felice la famiglia umana| se l'amore che regge e libra i cieli| reggesse pur e governasse la terra. 0 felix hominum genus Si vestras animas amor. Quo coelum regitur| regat. Così Boezio e così ripetea l'Alighieri.
X. La coscienza umana fin dalla più remota antichità ha quasi istintivamente confessato| la potestà suprema sui popoli venir dall'alto; A Jove sunt reges| cantava l'elegiaco di Cirene| e il primo pittore delle memorie antiche faceva educatore dei Monarchi Giove. Era riserbato ai delirii della rivoluzione delle idee di evocare il potere sovrano non più dal cielo| ma dalla bassa terra; non più da Dio| ma dai popoli. Non così l'Alighieri: egli facea discendere dall'alto la potestà sovrana| e la riconosceva immediate da Dio. E comechè avversasse ingiustamente l'investitura che i Sommi Pontefici largivano ai monarchi| nè di ciò sapremmo dargli lode| pure il mistico colosso dagli svariati metalli| effigie| come dicemmo| de'poteri sovrani sulla terra| avea rivoltele spalle a Damiata | cioè all' Egitto che rappresenta l'idolatria del potere terreno| e volgeva lo sguardo a Roma cioè al Sommo Gerarca della Chiesa| sì come a suo spe-
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