Omaggio a Dante Alighieri di
NELLA DIVINA COMMEDIA
4 4 \II.
il culto della vergineFu già osservato non aver mai il Poeta usato apertamente nell' inferno il nome augusto di Gesù Cristo| e avendo a ricordar di lui| il fa intendere con certe circolocuzioni| che velatamente tei mettono innanzi. Così nel canto IV 53. Un Possente in segno di vittoria incoronato. Nel canto XII 38. Colui che la gran preda levò a Dite| e nel cantò XXXIV 115. L'uomo che nacque e visse senza pecca. E come pel divin Figliolo | così per la Vergin Madre. Solo una volta Ella | quasi velata Immagine| vi appare in quella Donna gentile ; ma non mai per tutte le paurose bolge dell' Inferno ti è dato di udire risuonarc il soavissimo nome di Maria. Fu riverenza forse del Poeta ai due nomi santissimi; ovvero consiglio profondo| non dovendo giammai quei nomi d'amore e di speranza venir sulle labbra di chi vive eternamente dannato all'odio e alla disperazione.
Or dovendo rivolgere i nostri studii #lle due ultime cantiche il Purgatorio e il Paradiso| ci piace qui a notare con il Borghini di non dimenticare nel viaggio di Dante il senso allegorico| e sebbene ei parli| secondo la lettera| realmente dei tre regni dell'altra vita| la princi-pal sua intenzione è di trattare dell'inferno | purgatorio e paradiso morali che sono in questa vita; cioè (a dir breve) dei peccatori ostinati| dei penitenti che van purgandosi d'ogni fallo| e infine dei perfetti| giunti a godere la pace| e la gioia del ciclo.
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