Omaggio a Dante Alighieri di
NELLA DIVINA COMMEDIA 4 4 \ghiera di quelle anime divote| il fanno di leggieri scoprire| facendolo già trasparire dal velo sottile dell' allegoria . Non voglio prevenirne il lettore| solo dico che il Poeta ispirato dal sacro ufficio della sera| vuole ora rendere sensibili le idee che in quello si esprimono.
Seguitando dunque il racconto | ei vede poi tutto quell'esercito gentile di anime illustri| appresso l'inno intiero | tacito (e pur pregando col cuore) riguardare in sue|
Quasi aspettando pallido ed umilecol qual verso ci mostra quest'anime agitate e sgomentate al pensiero di forte insidia notturna| e tremanti ma pur confidenti| aspettarne dal cielo scampo e difesa.
Ed ecco
. . . . uscir dell'alto e scender giue Due Angioli con duo spade affocate| Tronche e private delle punte sue. Verdi| come fogliette pur mo nate| Erano in vesti| che da verdi penne Percosse traèn dietro e ventilate. L'un poco sovr'a noi a star si venne| E l'altro scese nell'opposta sponda Sì che la gente in mezzo si contenne 2.
Or si ponga ben mente donde vengano ed a qual fine cotesti due Angeli bellissimi| dalla testa bionda e dalla faccia sfolgoreggiante sì che V occhio ne smarrisce. Sor-delio cel dichiara:
Ambo vegnon del grembo di Maria|
Disse Sordello| a guardia della valle| Per lo serpente che verrà via via s.
1 Ivi 24. - Ivi 25. 3 Ivi 37.
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