Omaggio a Dante Alighieri di
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LA VERGINE mARIAEd io udii nella luce più dia
Del minor cerchio una voce modesta| Forse qual fu dell'angelo a Maria l.
E nel cielo di Marte volendo determinare l'anno in cui era nato il suo parente Cacciaguida| rimonta
......da quel dì che fu detto Ave 2.
E quest' Angelo ancora con quell'Ave in bocca forma uno dei più cari oggetti al suo fervido immaginare| giugnendo a vagheggiarlo in faccia alla celeste Regina. Tutto allora sublimasi e sfavilla il suo genio | e chiaro mostra Y ispirazione della fede e pietà cristiana.
Ad intelligenza delle paradisiache visioni dantesche| si noti come sempre sia uso il poeta adombrare e rappresentare la bellezza e la gloria degli spiriti celesti nelle immagini della luce| nei lucidi candori| nei fulgidissimi lumi| negli ardenti soli| e veder loro discorrere per lo cielo quasi velocissime faville. Or seguitando cotali immagini| appena ei può avvisar lo maggior Fuoco | cioè Maria che scende in trionfo con Gesù Cristo| e là scorge tosto quel suo prediletto Gabriello| il quale apparendo in forma di facella| il vede come tripudiante di celestiale letizia| irradiare roteando intorno alla Regina del cielo.
Per entro il cielo scese una facellaFormata in cerchio a guisa di corona E cinsela| e girossi intorno ad Ella 3.
E questo beatissimo fulgore| onde s'incoronava il bel zaffiro del quale il ciel più chiaro s'inzaffira| traeva tale
1 Ivi Par. xiv 34. - Ivi xvi 34 R Ivi xxin 94 c seguito.
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Maria Marte Cacciaguida Ave Angelo Ave Regina Fuoco Maria Gesù Cristo Gabriello Regina Par R Ivi
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