Omaggio a Dante Alighieri di
4 40 LA VERGINE MARIAtanza dell'amore Regina coeli laetare alleluja etc.l Or vediamo come il nostro Poeta seppe render sensibile cote-sta ineffabile espressione di altissimo affetto celestiale:
E come fantolin| che ver la mammaTende le braccia poi che il latte prese Per l'animo che insin di fuor s'infiamma| Ciascun di quei candori in su si stese Con la sua cima sì| che l'alto affetto Ch'egli avieno a Maria mi fu palese. Indi rimaser li nel mio cospetto| Regina coeli cantando sì dolce Che mai da me non si partì il diletto.
Se non che tutta l'altissima visione qui descritta non è| a dir vero| che un' ombra o un riverbero luminoso di un'altra ancor più splendida e sublime| contenuta nel 32° del Paradiso| dal quale abbiamo ora a raccogliere più vivi e leggiadri colori| per completare la magnifica figura di quel celeste Messaggero| e comprendere gli accenti dell' angelico amore| in lui incarnato ed avvivato.
Poiché dunque elevasi il Poeta a contemplare nella Candida rosa la gloria della celeste Regina| e là| fra i tanti beati splendori che la circondano| ed angioletti che la festeggiano| rimira quell' amor che prima fì discese| il qualeCantando Ave| Maria| gratia piena| Dinanzi a Lei le sue ali distese 2 ;
E tosto al canto dell'angelica salutazione rispondere l'immenso coro delle sfere celesti:
Rispose alla divina cantilenaDa tutte parti la beata corte Si ch'ogni vista sen fe più serena.
2 Ivi 121. 1 Ivi Jtxx" 95.
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