Omaggio a Dante Alighieri di
NELLA DIVINA COMMEDIA 4 4 \Quale peregrina sublimità di pensiere e d'affetto ! L'Arcangelo che intuona l'Ave Maria e tutti i beati della corte celeste ad una voce ricantare Ave Maria| sicché di cielo in- cielo echeggiando il dolce suono dell' Angelico saluto| brilla di nuova luce il paradiso ed ogni fronte s'abbella e rasserena! Fu allora che Piccarda nella sfera più lontana dileguossi all' istante dalla vista di Dante|
...............Ave|
Maria| cantando ; e cantando vanio Come per acqua cupa cosa grave 1
E anch' essa la Chiesa| questa terrena Gerusalemme immagine della celeste| risponde alla divota cantilena del celeste Messaggero| facendo e mane e sera risuonare da tutte parti l'Ave Maria| siccome un' eco soavissima delle sfere superne ! Se pure non voglionsi ascrivere all' Alighieri quelle tante parafrasi dell'Angelica salutazione| che vanno sotto il suo nome| ci bastano queste dolci e splendide fantasie a vedere il suo affetto a quell'ave| che è tutto insieme elogio| preghiera| inno di laude.
Ma non perdiamo di vista Gabriello| cui il nostro Poeta non è ancor pago a riguardare e dipingere. E torna a lui| e il ritrova che nel suo purissimo ardore
.............con tanto giuocoGuarda negli occhi la nostra Regina| Innamorato sì che par di fuoco 2.
Baldanza e leggiadria| quanta esser puote in angelo e in alma glorificata| tutta risiede in lui : e così vogliono e godono eh' ei sia tutti i beati Comprensori| unificati in quell' ardente dilezione verso lor Regina ; e ne hanno ben donde : giacche ebbe il gran vanto di recare
1 Ivi m 121.
- Par. xxxii 104.
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