Omaggio a Dante Alighieri di
4 40 LA VERGINE MARIAChe quantunque io avea visto (lavante| Di tanta ammirazion non mi sospese| Nè mi mostrò di Dio tanto sembiante
E ciò vuol diro che nulla di quanto ha finora contemplato potea mettersi in paragone alla beata vista di Maria| nè vi ha in tutto Paradiso cosa alcuna tanto a Dio somigliante.
Io non saprei se alcun poeta mai potesse immaginare e rappresentare la ineffabile gloria di Maria in cielo meglio di quel che fece Dante nella stupenda visione qui descritta. E come poteasi esprimere con più magnificenza d'immagini e di concetti quel che la Chiesa canta di Lei| che fu esaltata sopra i cori degli Angeli nei regni celesti| qual si conviene alla Madre del figliuolo di Dio? Or ci studieremo ad approfondire tutta questa visione| che ci par nascondere alti e reconditi sensi| gloriosissimi alla Vergine.
In mezzo alla candida rosa di paradiso Ella dunque tiene il primo e il più alto grado| vi fiammeggia di mirabile fulgore| e vivamente imporpora la parte superiore di essa | irradiando la gloriosa famiglia dei santi| che quanto più s'avvicina a Lei| tanto più s'avviva e- abbella della sua luce.
Così quella pacifica Oriafiamma 2
Nel mezzo s'avvivava| e d'ogni parte Per igual modo allentava la fiamma.
1 Ivi x 17.
2 Questa voce ha dato luogo a doppia spiegazione. O s'intende per quella parte del cielo risplendente tra l'oro e la fiamma| ov'era il seggio della Vergine | ovvero per Lei medesima che bene può dirsi 1' Oriafiamma di pace. L'uno e l'altro significato può qui stare; ed invero guardata la voce Oriafiamma nella sua origine storica| ci pare che assai vagamente| in un senso allegorico| possa dirsi della Vergine con quell'aggiunto di pacifica.
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