Omaggio a Dante Alighieri di
all' italia
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Come vii donna| cui rossor non tiene| Scherno sei delle genti e vituperio: Corrompesti il tuo cor dell' adulterio| E infrangesti le tue dolci catene.
Fede giurasti... e la fè prendi a scherno: Felicità sognasti... il popol langue: Gridasti pace... corse a rivi il sangue: Luce volesti... ed è buio d'inferno.
Nè di tue macchie ora mi cresce orrore: La tresca in te| lo sviamento è antico| E gran tempo è che provi il ciel nemico| Benché sospenda' ancor 1' alto furore.
Italia| Italia ! chi a pugnare imprendeContra il Signore| alfin uopo è che cada. Egli è lento a ferir; ma se la spada Impugna| ahi ! proverai com' ella fende.
Deh ! se mai sciorre puoi la fatai benda| E scorgere il periglio| onde ti struggi| Temi| infelice| il precipizio| e fuggi| Fuggi dalla ruina alta e tremenda.
Rientra in te: pon giù 1' odio e lo sdegno| Della vita serena empi tiranni;^ E il tempo che in tuoi perdi e in altrui danni Volgi in opra di mano o pur d'ingegno.
Vivi di tue virtudi in te romita| Onde fra le nazioni isti superba: Riedi a V antiche usanze| e l'arti serba| Che un dì grande ti fero e ti dier vita.
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Scherno Corrompesti Felicità Gridasti Luce Italia Impugna Temi Fuggi Volgi Riedi
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