Omaggio a Dante Alighieri di
198 l'orazione dominicalepetitio vitae in pane| exomologesis debitorum in deprecatone| sollicitudo tentationum in postulatone tutelae. Quid mirum? Deus solus docere potuit quomodo se vellet orari. Ab ipso igitur ordinata religio orationis| et de spiritu ipsi-us iam tunc| cum ex ore divino ferretur animata| suo privilegio ascendit in Coelum| commendans Patri quae Filius docuit (Tertullianus| de Orat. c. i| 9).
Affinchè l'orazione torni efficace| per parte del supplicante | conviene principalmente| eh' ella provenga da un cuore pieno di spirito d'umiltà (Eccl. xxxv| 24) Oratio humiliantis se nubes penetrabit. « E questa umiltà apparisce mirabilmente nell'Orazione insegnataci da Cristo Signor nostro; perchè la vera umiltà consiste in diffidar affatto di sè| come miserabile| e in aspettare tutto il bene da Dio. E chi usa questa orazione| così dimostra | perchè non solamente dimostra d'aspettar da Dio solo ogni ben possibile| ma da Dio solo la liberazion d'ogni male e passato e presente e futuro| a cui del pari con umiltà presuppone di star soggetto ». (Segneri Manna dell'anima| 46 ottobre). Quindi ben a ragione e convenientemente il Poeta nostro pose in bocca alle anime di coloro| che si purgavano della caligine del peccato della superbia| la seguente bella parafrasi dell'orazione dominicale.
0 Padre nostro| che nei cieli stai|
Non circonscritto| ma per più amore Che ai primi effetti di lassù tu hai|
Laudato sia il tuo nome e il tuo valore Da ogni creatura| com'è degno Di render grazie al tuo dolce vapore.
Veglia ver noi la pace del tuo regno ; Chè noi ad essa non potem da noi| S'ella non vion| con tutto nostro ingegno.
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