Omaggio a Dante Alighieri di
parafrasata da dante alighieri 51 iIohamem « Ille enim venti| quem gratia Dei praevenit » et Iohannis VI| 44 « Nemo potest venire ad me| nisi Pater| Qui viisit me| traxerit eum ». Il conciso| ma dotto e sugoso| commento del celebre Nicolò da Lira venne a luce perappunto intorno agli anni in che l'Allighieri stava scrivendo il-suo Poema sacro; e dovette averlo sottocchio| o presente alla sua mente nel dettar questo ternario; poiché quasi lo traduce de verbo ad verbum; e d' altra parte consta quanto fosse egli divoto e addetto all'Ordine venerabile di s. Francesco| nel quale Niccolò da Lira era entrato fin dall' anno 1291 (Biograf. univ. art. Lira) e ci visse fino al 4 340.
La pace del tuo Regno ; cioè la perseveranza finale nella comunione della Chiesa cattolica| e la pace e felicità sempiterna nel Regno da Dio promesso e preparato ab eterno agli eletti suoi benedetti (Matth. xxv| 34). Dante scrive altrove (Convito| tratt. ne. 5) che « lo Cielo empireo » per la sua pace| somiglia la divina scienza| che piena è di tutta pace; e di questa dice esso alli suoi discepoli: la pace mia do a voi| la pace mia lascio a voi. E quella pace del celeste Regno discese di lassù| e venne annunziata dagli Angeli in terra agli uomini di buona volontà pel nascimento del Redentore (Lue. n| 44).
Che noi ad essa non potem da noi| sottinteso venire| ovvero andare| con frase ellittica| che ha certa analogia con quella del Salmista (Ps. cxxxvni| 5) Mirabilis facta est scientia tua ex me et « non potero ad eam » > ove parimente si sottintende pervenire| ovvero conscendere.
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