Omaggio a Dante Alighieri di
necessaltli al retto studio della d. c. 331
male| rei costumi che anche supponendoli veri nulla provano contro la bontà della cosa: come nulla prova una sterminata quantità di ubbriachi contro la bontà del vino; ammesso pure che dove è religione| ivi si presuppone ogni bene| e dove manca| il contrario. Meno poi avrebbe imputato alla Chiesa| ed all' impotenza di lei| che VItalia non abbia mai potuto condursi all' obbedienza
0 d'una sola i*epubblica o d'un solo Principe| com' è avvenuto alla Francia ed alla Spagna. - Dal primo argomento avrebbe dovuto dedurre l'opposto| fatta considerazione| che se un padrone di casa è derubato tutto giorno dai servi suoi in casa propria| e tuttavia si mantiene e conserva in prospero stato| si fa dunque per ciò stesso più manifesta la vastità incrollabile delle sue fortune. -Quanto poi al secondo| non sarebbe sfuggito alla sua considerazione: 1° che Italia è troppo bella per non essere desiderata da tutti; 2° che se i Pontefici non han potuto mai tanto da unificare| o confederare tra loro
1 popoli dell'Italia| fu per la discordia degli italiani| nell'aderire ai Pontefici; 3° che di queste italiane discordie molte e molte vennero dal di fuori; 5° che in corso dei secoli le conseguenze politiche si avvilupparono siffattamente da non poterle respingere| senza violazione di diritti ed interessi altrui ; restando poi sempre fermo ed incontrastato ciò solo : che tutti i cattolici sono cittadini di Roma| c Cristo stesso romano. (Pur. XXXII. 103.)
Alle corte; Dante ("primo tra i laici a scorgere ed avvisare circa Roma ed il pontificato romano l'opera arcana e continua della Preparazione Divina) stette sempre fermo| e sempre scrisse su questa irremovibile base. Ecco le sue parole :
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