Omaggio a Dante Alighieri di
alle sacre scritture e al pontefice 5g7
E nel delirio d'empietà sfrontata Inalbera la Croce per insegna* Mille volte ogni dì contaminata.
Pur molti son| nè fia che li rattegna Il drappello che avverso li percote E nella mischia disegual s'impegna.
Sono pochi garzon| cui sulle gote Appena spunta il giovanile onore E lor son Y arti del pugnare ignote.
In mezzo all'armi li sospinse amore A quella fede che Gesù bandiva E somma riverenza al Gran Pastore.
Prodi furo| ma vinti : e chi morivaCon gli occhi al Ciel che gli schiudea le porte Baciava l'uccisor e '1 benediva.
Castelfidardo è il suol dove di morteFu più crudo il furor: ivi ogni zolla D'un martire è la tomba e covre un forte.
Oh benedetti! fino a quando udrollaQuesta storia sì atroce e sì pietosa Di pianto non avrò l'alma satolla.
De'facili trofei fatta orgogliosaRapida intanto in suo cammin s'avanza La turba dispietata e sanguinosa.
Ed| ahi| qual nova amara rimembranza 1 Napoli mia| ingrata terra| oh come Dopo quei dì mutata hai tu sembianza !
Di tua beltade sol ti resta il nome|
E meglio fora s'ancor questo cangi| Or che lacere hai tanto e vesti e chiome
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Inalbera Croce Mille Gesù Gran Pastore Ciel Baciava Napoli
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