Omaggio a Dante Alighieri di
di martino e iacopo del cassaro 585
tuttavia paventoso ed esitante fra le spine di molte difficoltà. E primamente| se taluno mi tagliasse di netto cotesto nodo| opponendomi avere errato il quadratario dall'esemplare del suo degno poeta| ed essere perciò uno storpiamento per congettura e interpretazione non dirizzatole| non ardirei contenderlo| sapendo bene e vedendo per mille esempii di epigrafi della mezzana età| essere stati infiniti| non dirò gli arcaismi e gli enim-mi degli scrittori| ma gli errori che i lapicidi specialmente in quei dì commettevano nel rendere visibili le parole in sui marmi| e mi terrei pago di avere semplicemente esposta e non interpretata una cosa inesplicabile. Nulladimeno dovendo il filologo prima dì dichiarare erronea una parola | intendere tutti i nervi dell'ingegno e la forza degli argomenti e delle analogie per escludere possibilmente il supposto errore | mi ò sembrato non dissomigliante dal vero lo interpretare il dux milii quasi milium hominum| duce di mille uomini | equivalente al Miliarius o Millenarius che presso il Du-Cange significa dignità militare| quegli che presiede a mille soldati| qui mille militibus praeest| e che i Greci dicevano Chiliarca. Quindi se con sottilità si discorre| siamo condotti| anzi sforzati a credere che il milii altro non possa essere che il secondo caso di milium (frugis genus) inteso però dall'autore nel suo radicale significato di mille | avente come il milium di Varrò ne| il milii are e milliarum di Tullio| la stessa genesi da un solo sostantivo numerico| nel modo che anche noi deriviamo in nostra lingua miglio da mille. Potrebbe oppormisi che ritenendosi il milii| o 1' ultima sillaba peccherebbe nella quantità| o il verso nel numero| e lo concediamo. Ma di questi peccati ò piena
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