Omaggio a Dante Alighieri di

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      581 illustrazione dell'epigrafe sepolcralela nostra scrittura| come tutte le altre di simil fatta. E poi parmi soverchio ammonire| che per quei miseri tempi in cui s'incontrano pur tante mende grammaticali e fonetiche| conviensi camminare con assai meno rigorosa cautela| quando si parli di scritture in ritmo o in poesia| sapendosi chc fino da età molto anteriore alla barbarie| i suoni delle sillabe e le misure di esse erano disputate e diversamente sentite| e rimangono tuttavia in gran parte litigiose ed incerte. Or come prctenderem noi che potessero sentire delicatezza di suono e pienezza di numero quei goffi poetastri che avrebbono misurato il verso col compasso e colla canna| anziché coli' arte e coli' orecchio ? Per la qual considerazione non mi porrò a rischio di perdere il vero| col cercare le armonie nei chiocci versi di tali epigrafisti. Se poi in tale oscurità ci piacesse andare per congetture| non potrebbe lodevolmente interpretarsi il milii per una abbreviatura di militiae| o supponendosi finalmente l'errore del marmoraio| sostituirvi come di originale dettato il miles che credette leggervi l'Amiani J?
      1 Quando Federico Barbarossa passò le Alpi per punire l'orgoglio dei Milanesi| tenuta la Dieta di Roncaglia| fece una solenne convenzione coi popoli e colle città che gli rimasero fedeli| ove fra le altre condizioni ci fu quella che l'Imperatore avrebbe nominato i magistrati e i giudici| massime i Podestà ; e che questi ultimi| per meglio assicurare la retta amministrazione della giustizia | non sarebbero mai stati prescelti fra i cittadini della medesima terra. Quindi le città istesse ebbero il diritto di eleggersi i Podestà che erano sempre rappresentanti imperiali | ma sempre colla condizione che fossero forestieri. Questi podestà dominavano più da signori e padroni che da Magistrati| e giunsero perfino a condursi seco una guardia o. corpo militare quando si portavano al governo di una città che in questa guisa rendevano schiava in tutto al loro potere.


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Omaggio a Dante Alighieri
offerto dai cattolici italiani
di
Tipografia Monaldi
1865 pagine 656

   

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