Omaggio a Dante Alighieri di
che si deono cogliere dalla d. c. g l iquesto monte di salvezza| e qui fosse loro indicato da un lume celeste quanto dovessero fare per salirlo degnamente.
Dante fece di tutto perchè si afferrasse ben tosto fin dalle prime questo punto| che cioè quel monte da lui tentato salire era il Calvario. Ei lo dichiarò apertamente dicendo di quel monte :
Ch'è principio e cagion di tutta gioia 1|
e lo confermò anche geograficamente| giunto che fu agli antipodi di esso Calvario in quella terzina:
Già era il sole all'orizzonte giunto Lo cui meridian cerchio coverchia Jerusalem col suo più alto punto 2 ;
Ma molti commentatori| che pur dall'accennata terzina| da loro ben compresa| doveano ricredersi della falsa interpretazione data da essi al monte trovato dopo la selva| lasciarono invece correre il loro errore del I canto di Dante; e così fecero sparire sino dai fondamenti della Divina Commedia il gran concetto cattolico| levando da esso la salita del Calvario| che è voluta da Dante| e sostituendovi invece la salita di un monte profano| come sarebbe il monte della gloria o della politica felicita| monte affatto imaginario | e affatto contrario al fine su-blimissimo del sacro poema ; e così pure collocarono Dante| la selva| ed il monte in tutt' altro luogo| che Dante intese.
Ma se il Calvario in sentenza di Dante è assolutamente da salire per salvarsi| come è poi che n'è distolto da Virgilio| che gli addita per sua salvezza non
1 Inf. i 78.
2 Pur. ii 1.
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