Omaggio a Dante Alighieri di
che si deono cogliere dalla d. c. g l iDante| com'era evidente aspettarsi| retrocede| e per disperazione sarebbe ritornato alla selva | se la Divina misericordia non si fosse mossa a pietà dì lui| che| secondando i primi movimenti della grazia| fece tutti gli sforzi| che ha potuto. Eccoti dunque Virgilio| mandatario di grazia| che nella sua qualità di retta ragione lo affronta e per fargli vedere che quel monte una volta o 1' altra si dovrà salire| gli dice :
Perchè non sali il dilettoso monte Ch'è principio e cagion di tutta gioia *?
lusingando con queste lodi del monte il povero Dante ; e mettendoglielo in voglia| e dandogli così occasione a dirgli la causa della sua impotenza ; cioè il suo stato di peccato.
Dante| allor troppo rude nell'arte dello spirito| crede di aver trovato chi sull' istante lo guidi alla cima del Calvario | e implora il suo ajuto contro la fiera più terribile :
Vedi la bestia per cui io mi volsi: Aiutami da lei famoso saggio| Ch'ella mi fa tremar le vene e i polsi 2.
sperando | che se coli'ajuto di costui potrà vincere la fiera più crudele| vincerà anche l'altre con tutta facilità.
Ma non era Virgilio quegli che dovea vincer la lupa e V altre fiere ; sì bene lo stesso Dante| ed egli allora noi poteva perchè| lungi dall' esser perfetto| era ancor peccatore.
1 Inf. i 77.
2 Ivi i 88.
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