Omaggio a Dante Alighieri di
624 • il poema di danteNon può in modo alcuno rivocarsi in dubbio che nel Medio Evo le chiese fossero i centri della vita eziandio sociale e politica. La storia dice che nei loro recinti si facevano le leggi| si stringevano le leghe e le paci| e vi si tenevan perfino le cittadine adunanze. Vedrem più innanzi come in esse eziandio leggevasi e com-mentavasi appunto la Divina Commedia. Lo spirito pertanto che da esse partiva facevasi motore sovrano delle azioni tutte del popolo| trasfondevasi nel foro| animava le imprese guerresche| trovava eco nella letteratura e nelle scienze| destò la poesia| e si rivelò sublimemente nelle arti| le quali nutrite di idee religiosamente sublimi impararono a trasfondere ne'lor concetti pari sublimità d'ispirazioni| e quell' affetto derivato dalla fraternità cristiana| che dappoi tentossi invano di riprodurre. Valsero potentemente a ravvivare il sentimento religioso nel popolo e a propagarlo i religiosi sodalizi e 1' educazione claustralè in tanto fino a que'dì.
E si fu appunto in questa condizione di cose che spuntò sull'orizzonte quell'astro illuminatore| quel portentoso intelletto che fu Dante Alighieri. Genio gigantesco | il quale profondamente religioso insegnò agli artisti qual immenso vantaggio| come ben nota il Conte Selvatico| tratto avrebbero dalla sublimità della ispira-zion religiosa| e di qual potenza di effetto avrebbero improntato le lor creazioni informandole a' sentimenti della cristiana pietà. La sua voce risonò potente e trovò eco in animi accalorati per l'arte.
| |
Medio Evo Divina Commedia Dante Alighieri Conte Selvatico Genio
|