Omaggio a Dante Alighieri di
294 • il poema di dantestesso Alighieri. Ma più che altrove se ne dimostrò egli appassionato nell'Annunziata di Padova| nel Convento di s. Chiara in Ravenna| e ivi segnatamente nella sua Crocifissione del Redentore. Nell'Oratorio della Annunziata le figure allegoriche che rappresentano le Virtù ed i Vizii mostrano quanto egli fosse addentro nel simbolismo dantesco. Il poeta| sopra lavoro| venne a Padova a trovar Giotto| ed esaminò quanto questi stava dipingendo. Così Benvenuto da Imola chiaro commentatore della Commedia. A norma pure delle ispirazioni di lui aggiunge il Vasari che il pittore fiorentino eseguì in Napoli le principali visioni dell'Apocalisse. L'affresco che in Assisi rappresenta s. Francesco che rinunzia agli agi della vita e s'acconcia a povertà| richiama alla mente il commovente quadro dell'XI canto del Paradiso. Gli ardimentosi concepimenti del poeta e i suoi vigorosi affetti raggiarono pure nell'anima di Giotto non dissomigliante per vastità e affinità di genio da quella dell'Alighieri; ma| senza il sommo poeta| dice il Selvatico| non ne sarebbe forse uscito il sommo pittore| il quale meditando apprese da quello non soltanto la materiale apparenza | ma ben più il soffio animatore che le dà vita.
Il poetico simbolismo alighieriano e i ricchi e sva-riatissimi concetti che l'intessono| offersero non pur a Giotto| ma a tutti i cultori sincroni dell' arte e financo de'secoli posteriori fonte amplissima e di soggetti e d'i-magini. Quindi| dopo Giotto| se ne valse Bernardo Orgagna nel Camposanto di Pisa| precorrendo la più tarda famosissima riproduzione del Buonarroti in Roma. E per verità i tre gran drammi da lui figurati su quelle melanconiche mura | eterno monumento del genio di
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