Omaggio a Dante Alighieri di
628 • il poema di dantesagli ingratamente nel viver suo | ed ha tra mani aperto volume. La tavola figura a parte a parte le tre Cantiche della divina epopea| che là appunto si leggeva e commentavasi in piena chiesa e da parti-colar cattedra| come in varie altre città d'Italia pra-ticossi| e tra l'altre in Bologna nella chiesa di S. Stefano| spositore il Boccaccio.
III.
Vero è che il sentimento cristiano| attinto già con sì fina penetrazione da Giotto nell' altissimo carme | ancor più sensibilmente venne espresso da quell' angelico spirito di Fra Giovanni da Fiesole| che però dagli Angioli appunto ebbe il nome. Giovanetto artista discese egli dalle colline di Fiesole e| vestite le lane di S. Domenico | anima candidissima e tutta amore | così affinò egli il cuor suo alle purezze angeliche del paradiso| che divenne il più puro| il più felice e passionato imitatore che mai Dante s' avesse| e riuscì negli inarrivabili suoi dipinti a dare alle sue figure la più serena| la più sublime spirituale espressione onda possa improntarsi lo slancio del genio cristiano verso l'infinita e increata bellezza.
Informato allo spirito dell' Alighieri| ben tre volte egli pennelleggiò con fare tutto dantesco la tetra epopea del Giudizio-universale : la prima | ne' grandiosi suoi freschi della Cattedrale d' Orvieto| poi in una tavola che si mostra come una tra le più belle della galleria Fesch| rinvenuta per felice accidente presso un fornaio| e finalmente in quel magnifico dipinto che si conserva nella galleria dell'Accademia fiorentina | contraddistinto dal Signor di Montalcmbcrt quale il
| |
Cantiche Italia Bologna S. Stefano Boccaccio Giotto Fra Giovanni Fiesole Angioli Fiesole S. Domenico Dante Alighieri Giudizio-universale Cattedrale Orvieto Fesch Accademia Montalcmbcrt Domenico
|