Omaggio a Dante Alighieri di
636 • il poema di danteprezioso lavoro andò perduto in un suo viaggio da Civitavecchia a Livorno. E certo in simil opera la fantasia vastissima di Michelangelo avrà camminato pari sull'orme altrettanto ardite dell'ammirato maestro.
Stanca talora la fervida imaginazione del pittore godeva alternare a sollievo le ispirazioni del poeta. Ed è ne'suoi carmi appunto dove egli fervidamente protesta la sua ammirazione pel gran concittadino| e si piace di palesare come spesso nell'opere sue se ne sia fatti proprii i forti pensieri. Ecco a conferma un suo sonetto :
Dal mondo scese a' ciechi abissi| e poiChe 1' uno e 1' altro inferno vide| e a Dio Scorto dal gran pensier vivo salio| E ne diè in terra vero lume a noi ;
Stella d' alto valor coi raggi suoiGli occulti eterni a noi ciechi scoprio| E n'ebbe il premio affìn che '1 mondo rio Dona sovente a' più| pregiati eroi.
Di Dante mal fur l'opre conosciute|
E il bel desio da quel popolo ingrato| Che solo a' giusti manca di salute.
Pur foss'io tal ! Ch'a simil sorte nato| Per 1' aspro esilio suo con sua virtute Darei del mondo il più felice stato.
V.
Conchiuderemo pertanto che dapprima in Giotto e ne'contemporanei| e nel Beato Angelico in particolar modo| quanto a sentimento| più tardi poi ne'sublimi genii del Sanzio e del Buonarroti| quanto a ogni più squisita finezza d' arte| ebbero le alighieriane teoriche il più felice svolgimento e l'inarrivabile loro sensibile interpretazione. Non è però che dopo quell' epoca sia
| |
Civitavecchia Livorno Michelangelo Dio Scorto Dona Dante Darei Giotto Beato Angelico Sanzio Buonarroti
|