Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo

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      (j libro primoMa entrano nelle vie della Provvidenza anche le infelicità delle nazioni| econvien talora che soffra una per tutte. Cosi pensò già| cosi previde meravigliosamente Dante in que' primi versi da noi citati| che si potrcbbon dire la spiegazione filosofica e religiosa di tutta la storia nostra| la causa finale di essa. Imperocché tra i dolori dItalia| nacque la indipendenza delle sue città-| da cui poi la civiltà universale. Già fin dall'età dei Longobardi| causa il mal governo degl'imperadori greci| occasione la (loro eresia iconoclasta| promotori i papi| eransi liberate Roma| Venezia| Ravenna| e parecchie altre città con governo proprio e sotto i consoli. E durata variamente tale indipendenza sotto il manto pontifìcio| ma non estesasi di molto nella Penisola dal secolo vm all'ir| quando poil'im-mortal Gregorio VII (l'Ildebrando tanto stoltamente vituperato!) si rivolse| in occasione non dissimile dalla prima| contro gl'imperadori Franconi o Wibelini| usurpatori delle libertà della Chiesa| protettori d'ogni scandalo che si facesse in essa; allora| anche le altre città italiane quasi tutte si sollevarono| si liberarono| si costituirono in Comuni| e sotto ai Consoli. Fu compiuta tal rivoluzione in pochi anni| dopo la morte del santo e sommo papa| tra l'ultimo decennio del secolo xi e i due primi del xu. Pisa| Lucca| Milano| Asti| Genova sembrano essere state delle più precoci a costituirsi da sè in Comune. Altre| rimaste fedeli nel parteggiar per gl'imperatori| luron liberate per concessioni vaiie| o lasciate liberarsi. E cosi divise le città in parte della Chiesa e d'Imperio| erano libere tutte| queste 11011 men che quelle| con poca differenza.
      Naturalmente| il primo imperadore che sorse di grande animo| non volle sopportale siffatte novità. E Federico 1 era tale imperadore. Guerreggiò a lungo; vinse| fu vinto| ed alla pace di Costanza| sancita l'anno 1183| i Comuni della lega di Lombardia serbarono sotto il nome di re-galle la realtà dell'indipendenza| e a governo di essi i loro Consoli. Delle città che erano state per l'imperadore| molte| perchè non fossero in peggior condizione| ebber


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Vita di Dante Alighieri
di Cesare Balbo
Utet Torino
1857 pagine 474

   

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