Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
capo i — secoli xii| xiii havrebbe dovuta essere la principaì opera delle città| il compimento della indipendenza| e l'ordinamento difensivo di essa con leghe o confederazioni durevoli. Fecer-sene bensì alcune anche dopo quella di Pontida| ma patteggiate tutte per poco tempo| e non serbate nemmeno per il tempo patteggiato. Che se tal contesa si paragoni a quella elio cominciò poco dopo in Svizzera| tanto minore ne'suoi principi!| ma tanto più costante ne'suoi progressi e più compiuta nel suo termine; ovvero a quelle molto posteriori delle città dei Paesi Bassi o degli Stati americani| tutte più compiute; o convien dire che ai nostri maggiori mancasse l'arte e fin l'idea delle confederazioni perenni; o che da quel funesto nome| da quella potenza dell'Imperio| e dallo spirito ghibellino| fossero eglino trattenuti nel progredire per quella via così chiara e così necessaria dell'indipendenza perfetta.
Nò bastarono tante cause ed occasioni di discordie: un'altra in breve vi s'aggiunse. Tutti que' Comuni| da principio e durante la loro lotta d'indipendenza| furono retti da'loro nobili. Questo pare indubitabile. Ma si disputa quali essi l'ossero e di quali schiatte ; volendo gli uni| che discendessero molti dagli antichi Italiani o Ro-mani; altri| che distrutti o spossessati questi dai Longobardi| longobarde fossero| o franche o tedesche tutte le famiglie rimaste potenti nelle città| e che nobili o de'militi non si chiamassero se non le famiglie de' Vassalli o Valvassori o Valvassini| che aveano da' Carolingi in qua ricevuti benefizii o feudi. Io m'accosterei a quest'ultima opinione; pur aggiugnendovi| che molte famiglie longobarde| e forse alcune residue romane| furon lasciate salire a quei gradi di vassallanza o nobiltà. Ad ogni modo| par certo| che come gli Scabini anteriori| così i Consoli del secolo xn non si prendessero se non ne' diversi ordini di tali Vassalli| o tntt'al più fra gli Arimanni| che era il resto de' Longobardi. Il grosso della popolazione romana antica| gli artieri delle città| erano sì ammessi personalmente al grado di militi (con grave scandalo degli stranieri. tramandatoci dai loro scrittori); ma come plebeb
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