Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
càpo'iv — 1274-1289 51
centisti di tutte le lingue : E qual più a gradire oltre si inette| ecc. L'assunto mio non è di andar dietro alle bellezze poetiche del mio autore; e tengomi alle osservazioni storiche. Adunque| qui Dante distingue chiaramente due scuole italiane di poesia: l'antica di Guitton d'Arezzo| del Notajo da Lentino | di Buonaggiunta | e gli altri oscuri| freddi e concettisti ; e la nuova poi| quella del dolce stil nuovo| ispirato da amore vero; nella quale| benché non li nomini qui| son da porre quegli altrove da lui tanto lodati| i due Guidi| Guinicelli e Cavalcanti| e Cino da Pistoja| e se stesso. E si vede che Dante lodator dei tempi andati per li costumi| non l'era poi per la poesia; onde è ragione di tenerlo per giusto là e qui| senza invidia ai contemporanei dove li biasima| e senza adulazione dove li loda. Quanto ad esso poi. si deduce chiaramente dai versi 49-51) che quella canzone a Beatrice già da noi citata nella narrazione degli amori|
Donne| ch'avete intelletto d'amore|
fu la pHma posta nella prima pubblicazione| or diremmo edizione| delle proprie poesie| e che egli| come risulta del resto da ogni memoria| n'ebbe fin d'allora nome di uno fra gli ottimi| se non forse di ottimo poeta di sua età. E tal certo il possiamo dir noi| e tal pare ch'egli tenesse se stesso.
Imperciocché| in un altro luogo del Purgatorio| dove sono puniti i superbi| ci riconosce fra essi Oderisi da Gubbio| uno di que 'miniatori di codici ch'oggi ancora s'ammirano.
O| diss'io lui| non se' tu Oderisi|
L'ouor d'Aguhbio| e l'onor di quell'arte Che alluminare è chiamata in Parisi?
Frate| diss'egli| più ridon le carte Che penuelleggia Franco Bolognese: L'onore è tutto or Suo| e mio in parte (1).
(1) Cioè: a lui si dà lode intiera in tutte le partì dell'arie; a in« in alcune solamente.
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