Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
(jlibro primo
Ben non sare'io stato sì cortese Mentre ch'io vissi| per lo gran disio Dell'eccellenza| ove mio core intese. Di tal superbia qui si paga il fio: Ed ancor non sarei qui| se non fosse Che| possendo peccar| mi volsi a Dio. 0 vanagloria dell'umane posse| Com' poco il verde sulla cima dura| Se non è giunta dall'etadi grosse ! (1) Credette Cimabue nella pinturaTener lo campo; ed ora ha Giotto il grido| Sì che la fama di colui oscura. Così ha tolto l'uno all'altro Guido (2) La gloria della lingua; e forse è nato Chi l'uno e l'altro caccerà del nido.
Purg. xi| 79-99.
Eseguono altri versi ancora più solenni| che lasciamo| osservando solamente di quest'ultimo| che quasi tutti i commentatori s'accordano a intendervi che Dante accennasse se stesso.
Ne furono soli i poeti a circondar Dante ne' suoi anni giovanili: surta era pure là prosa volgare| ed avea seguili i medesimi andamenti. Primo scrittore di prose volgari dicesi Matteo Spinello| storico pugliese della metà del secolo xiu -| secondo | e vicinissimo a lui| Ricordano Mala-spina| storico di Firenze fino al 1286 (3). Seguirono in hreve Dino Compagni e Giovan Villani| contemporanei di Dante ; ma quegli più vecchio| questi più giovane di lui: i quali amendue avremo occasioni di conoscere ampiamente. Avevano pur allora incominciato a novellare alcuni antichi| ma non era nato ancora il sommo dei novellatori ; e forse già vivevano fra Jacopo Passavanti| ed altri scrittori di libretti di divozione| e vite de'santi. Ma di tutti questi non mentovati da Dante mai| nò
(1) Cioè : se non sopravvengono età più grosse| più oscure| senza emoli nè superatori.
(2) Cioè: Guido Cavalcanti fiorentino a Guido Guinicelli bolognese.
(3) Tirab.| iv| pp. 341| 343.
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