Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
capo in — 1274-1289 55.
Amore. Per la qual brigata non s'intendéa se non in giuochi et in solazzi| et balli di donne et di cavalieri popolani| et altra gente assai bonorevoli| andando per la città con trombe et molti stromenti| stando in gioja et allegrezza| a gran conviti di cene et desinari. La quale corte durò presso a due mesi| e fu la più nobile e nomi tata che mai si facesse in Firenze et in Toscana. Alla quale corte vennero di diverse parti e paesi molti gentili uomini di corte e giucolari| e tutti furono ricevuti e provveduti honore-volmente. Et nota| che ne' detti tempi la città di Firenze co'suoi cittadini fu nel più stato che mai fosse| et durò inOno li anni di Christo 1289| alhora che si cominciò la divisione tra'l popolo e grandi| e appresso tra'Bianchi e Neri. Et havea ne' detti tempi in Firenze da CCC cavalieri di corredo| e molte brigate di cavalieri e di donzelli| che sera e mattina riccamente metteano tavola| con molti huomini di corte| donando per le Pasque molte robe vaie; onde di Lombardia e di tutta Italia vi traevano buffoni e bigerai e huomini di corte a Firenze| e tutti erano veduti allegramente: e non passava per Firenze nullo forestiere huomo di rjnomio| e| da ricevere honore| che a gara non fosse invitato e ritenuto dalle dette brigate| e accompagnato a piede e a cavallo per la città e per lo contado| come si con venia » (1).
CAPO V.
Studi; il trivio ed il quadrivio; la filosofia ; la ragion civile| la lingua greca| Casella| Brunetto Latini.
(1274-1289)
Per sette porte Intrai con questi savi.
Jnf. iv.
Fin qui abbiamo veduto| come s'allevasse Dante in mezzo alla sorgente civiltà fiorentina. E senza dubbio quest'educazione de'fatti che ci si adempiono intorno|
(1) Giov. Vill.| Rer. Ilalxiu| p. 297.
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