Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
ókPo v — 1274-1280 63
Paradiso ai canti di speranza e di amore di quelle anime pazienti osoddisfatte(1). Al principio specialmente del Purgatorio| tra quelle anime che vi approdano cantando dalla barchetta dell'angelo dall'ali spiegate| egli trova Casella| cantore e amico suo| e probabilmente suo compagno al giubileo del 1300 in Roma| morto in quel romeaggio.
E come a messaggier che porta olivo| Tragge la gente per udir novelle| E di calcar ftéSsuu si mostra schivo; Così al viso mio s'affissar quelle Anime fortunate tutte quante| Quasi obliando d'ire a farsi belle. Io vidi una di loro trarsi avante|
Per abbracciarmi con si grande affetto . Che mosse thè a far il simigliante. Oi ombre vane| fuor che nell'aspetto ! Tre volte dietro a lei le mani avvinsi| E tante mi tornai con esse al petto. Di maraviglia| credo| mi dipinsi; Perchè l'ombra sorrise e si ritrasse; Ed io | seguendo lei| oltre mi pinsi. Soavemente disse ch'io posasse: Allor conobbi chi era| e pregai Che| per parlarmi| un poco s'arrestasse. Risposerai: cosi com'io t'amaiNel mortai corpo| così t'amo sciolta: Però m'arresto; ma tu perchè vai? Casella mio| per tornare altra volta Là dove io son| fo io questo viaggio; Ma a te com'era tanta terra tolta? Ed egli a me ...........
Ed io: Se nuova legge non ti toglie Memoria o uso all'amoroso canto | Che mi solea quietar tutte mie voglie .. Di ciò ti piaccia consolar alquanto L'anima mia| che con la sua persona Venendo qui| è affannata tanto.
(1) Vedi tnf. ni| 22 e seg. ; v. 25 e scg. ; mii. — Purg. ix| 142 ; xn| 112. — Parad. viri| 16; xiv| 32 e 118; xx| 142; xxui| 97-| ed altri.
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