Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo

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      11-f libro primoa Bibbiena| a uno luogo si chiama Campaldino| dove erano i nimici ; e quivi si fermarono| e feciotio una schiera. I capitani della guerra misono i feditori alla fronte della schiera; e i Palvesi (1)| col campo bianco e giglio vermiglio| furono attellati dinanzi. Allora il vescovo| che avea corta vista| domandò: Quelle| che mura sono? fugli risposto : i Palvesi de nimici.
      « Messer Barone de'Mangiadori da Samminiato| franco et esperto cavaliere in latti d'arme| raunali gli uomini d'arme| disse loro: Signori! le guerre di Toscana si solevano vincere per bene assalire| e non duravano| e pochi h uomini vi mori ano| chè non era in uso di ucciderli. Ora è mutalo modo| e vinconsi per stare bene fermi; il perchè
      10 vi consiglio| che voi stiate forti^ e lasciateli assalire. E cosi disposono di fare. Gli Aretini assalirono il campo sì vigorosamente e con tanta forza| che la schiera de' Fiorentini forte rinculò. La battaglia fu molto aspra e dura. Cavalieri novelli vi s'erano fatti dall'una parte e dall'altra-Riesser Corso Donati con la brigata de' Pistoiesi fedì i nimici per costa. Le quadrella piovevano. Gli Aretini n'a-vean poche| et erano fediti per costa| onde erano scoperti. L'aria era coperta di nuvoli| la polvere era grandissima. 1 pedoni degli Aretini si mettevano carpone sotto i ventri de' cavalli con le coltella in mano| e sbudellavangli : e de' loro feditori trascorsono tanto| che nel mezzo della schiera furono morti molti di ciascuna parte. Molti quel dì che erano stimati di grande prodezza| furono vili ; e molti di cui non si parlava| furono stimati. Assai pregio v'ebbe il Balio del Capitano| e fuvvi morto. Fu fedito messer Bindodel Baschiera Tosinghi| e così tornò a Firenze| ma fra pochi dì morì. Della parte de' nimici fu morto il vescovo| e messer Guglielmo de' Pazzi franco cavaliere| Bonconte eLoccio da Montefeltri| e altri valenti huomini.
      11 conte Guido non aspettò il fine| ma senza dare colpo di spada| si partì. Molto bene provò messer Vieri de' Cerchi| e uno suo figliuolo cavaliere alla costa di se. Furono
      (1) Cioè gli armati con iscudi detti palvesi.
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Vita di Dante Alighieri
di Cesare Balbo
Utet Torino
1857 pagine 474

   

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