Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo

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      rotti gli Aretini| non per viltà nè per poca prodezza; ma per lo soperchio de' nimici furono messi in caccia| uccidendoli. I soldati fiorentini| che erano usi alle sconfitte| gli ammazzavano ; i villani non aveano piata. Messer Ta-lano Adimari e i suoi si tornarono presto a loro stanza. Molti popolani di Firenze che aveano cavallate| stettono fermi ; molti niente seppono| se non quando i nimici furon* rotti. Non corsono ad Arezzo con la vittoria| che si sperava con poca fatica l'arebbono avuta. Al Capitano e a' giovani cavalieri che aveano bisogno di riposo| parve avere assai fatto di vincere sanza perseguitarli. Più insegne ebbono di loro nimici| e molti prigioni ; e molti n'uceisono| che ne fu danno per tutta Toscana. Fu la detta rotta a dì 11 di giugno 1289| il dì di §an Barnaba| in uno luogo| che si chiama Campaldino presso a Poppi » (1).
      Spero che i miei lettori non mi sapranno mal grado| trattandosi del primo o maggior fatto -d'arine ove siasi mai trovato Dante| d'aver loro recata la descrizione così viva del Compagni. Il Villani narra in modo concorde questa battaglia| e la dice la più ordinatamente combattuta| che sia stata a quei tempi in Italia. E di messer Vieri de' Cerchi| e messer Corso Donati| che pur in Diuo si vedono aver portato il vanto della giornata| aggiugne altri particolari importanti per il seguito di nostra storia| di che questi due sono| dopo Dante e Beatrice| le persone principali. Era costume di quelle osti| dove il valor personale polea tanto più che non ora| fare ingaggiar la battaglia da alcuni guerrieri| che dicevans \ feditori| ed erano scelti dai capitani d'ogni sesto della città. Centocinquanta se ne fecero. « Ed essendo messer Vieri de' Cerchi de' Capitani et malato di sua gamba| non lasciò però| che non l'osse de' feditori. Et convenendoli eleggere per lo suo sesto| nullo volle di ciò gravare| più che volesse di sua volontà ; ma elesse sè e '1 figliuolo e' nepoti. La qual cosa li fu messa in grande pregio ; et per suo bono esemplo| et per vergogna molti altri nobili cittadini si missono tra'feditori » (2).
      (1) Dino Comp.| Rer. //.| pp. 473| 474. (2) Vill|| p. 327.


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Vita di Dante Alighieri
di Cesare Balbo
Utet Torino
1857 pagine 474

   

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