Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
capo vi — 1289 83
dre già di un figliuolo perduto e di una figlia sopravvivente| era Francesca| nel 12S9| col marito Gianciotto e il bel cognato e lo suocero| da due anni cacciati tutti da Rimini| a Pesaro. Ed ivi| aiutata dagli ozii dell'esilio| o incominciava o continuava la dimestichezza de' due cognati | che Boccaccio sembra voler iscusare dall'ultimo fallo. Ma rinchiusi insieme una volta| furono traditi da un servo| che condusse a spiarli il marito. Il quale sforzato l'uscio| e insieme trovandoli| insieme gli ammazzò (addì 4 settembre 1289). Ed insieme poscia| restituiti in Bimini i Mala testa| furono i due corpi là riportati| insieme sepolti| insieme due secoli dopo ritrovati| intere ancora le loro seriche vesti ; e insieme cantati e immortalati da Dante. Per la medesima ragione poi che di Ugolino| non metteremo qui il canto di Francesca| pur saputo in cuore da tutti. Ne guasteremo le poetiche incertezze| le mezz'ombre ivi lasciate da Dante | o colla narrazione minuta (sia storia o novella) del Boccaccio| o colle discussioni di esso e d'altrui intorno alla colpa dei due amanti -| uè anche meno colle dispute cronologiche| troncate dal diligente e pur elegante autor del Veltro. « Ei ecco | dice questi| in sei soli mesi la sorte offerì a Dante il doppio argomento su cui poggia sì alto il pregio dell'italica lingua| e presso tutte le nazioni suonano Ugolino e Francesca » (!). Ala la sortegli offerì altre volte altri argomenti non minori forse che questi due: onde si vuol aggiugnere| che più apparecchiato fosse allor l'animo di Dante a riceverne profonde impressioni ; od anzi| che le impressioni allora ricevutesi facessero tanto più vive per quelle che seguirono. Che se i grandi eventi della vita tolgono talora la memoria dei più discosti | così avvivano quella dei più vicini. E già pendeva su Dante la grande sventura della vita sua| già principiava nell'ultimo di di quel medesimo anno. Addì 31 dicembre 1289| morì Folco Portinari padre di Beatrice (2).
(1) Veltro| p. 33. — Ed. Min.| toni| i| p. 127. —E si vegga Teofilo Betti| Memorie inedite per la Storia Pesarese|
(2) Pelli| p. 74| nota 18.
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