Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo

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      capo vii — 1290-1293 89
      gentium. Io era nel proponimento ancora di questa canzone| e compiuta n'avea questa sovrascritta stanza| quando lo Signore di questa gentilissima| cioè lo Signore della giustizia| chiamò questa nobile a gloriare sotto l'insegna di quella reina benedetta Virgo Maria| lo cui nome fui; in grandissima reverenza nelle parole di questa beata Beatrice » (1). Barbari| ci si conceda di soggiugnere| barbari coloro| che in questo interrompimento| in questa reminiscenza della sacra Scrittura| in quel rassegnato ma venuto a stento « Signore della giustizia »| in quella gentile e che non potè essere immaginata rimembranza del nome di Maria stato frequente in bocca alla sua donna| non sanno vedere i segni tutti della verità e della passione. E stretti di cuore e di spirito coloro| a cui| nati e vivuti in prosa| par falsità tutto ciò che è detto in poesia| la quale non è pure| se non un altro forse piti vero aspetto delle cose umane; e coloro | i quali misurando ogni altro uomo alla propria misura| non intendono un dolore espresso in modo diverso dal loro. Chè siccome infiniti sono i dolori quaggiù| infinite sono le espressioni vere di esso| secondo le età| il sesso| le condizioni| la coltura| od anche l'ignoranza e gli errori di ciascuno. Alle quali tutte all'incontro sapranno compatire gli animi gentili ; e così ripensando alle condizioni dei tempi di Dante| compatiranno e alla discussione ch'ei la sulla data della morie di sua donna ai 9 giugno del 1290| e ai numeri che vi trova| e alla lettera latina che egli ne scrive sul testo citalo di Geremia « ai principi della terra » ; e poi a' molti versi che fa tra il suo dolore| e al disegnar figure d'angeli| e di nuovo poetare nel giorno ócWannovale di lei. Degli angeli| fu già osservato dal Ginguenè quante meravigliose figure (quasi variati ritratti del modello perpetuo di sua donna) ei disegnasse poi nel Poema| specchio ultimo di tutte le impressioni sofferte in quest'epoca fatale di sua vita. Le quali intanto egli esprimeva| forse con meno sublimità| ma con pari verità :
      (1) Vita Nova| p. 53.


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Vita di Dante Alighieri
di Cesare Balbo
Utet Torino
1857 pagine 474

   

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