Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
11-f libro primonon che una probabilità| ma poco meno che una certezza morale del fatto allegato dal Buti| che Dante provò a farsi Francescano ; ed una non minor certezza| ch'ei fece questa prova al tempo di che parliamo| tra il dolore della sua donna perduta| le tentazioni| i conflitti venutigli dalla donna pietosa| e l'occasione degli studii alle scuole de' religiosi. E sorridano poi gli sprezzatori ; ma| se è lor conceduto da quel disprezzo nemico naturale degli studii consoienziosi e dell'intendere i secoli lontani| s'informino delle condizioni del xm ; e vedranno non che dolci e grandi santi| come Elisabetta di Ungheria (l) e Luigi IX di Francia | ma pur un Guido da Montefeltro| ed altri principi feroci| vivere o morire in quella medesima divozione; e stupiranno tanto meno poi di vederla seguita da un cittadino di Firenze| ch'ella era divozione ed istituzione tutto italiana e popolana. Ma a taluni giova far di Dante un letterato del secolo xix| invece di quell'anima innamorata che fu del xm| or di vota or peccatrice| ora irosa ora dolcissima| e in vani modi sempre attiva| concitata ed appassionata. E tale l'abbiamo a vedere più e più d'or innanzi.
Certo poi i conflitti| e | diciam pure| il disordine dell'animo dell'infelice giovane| non dovettero esser mai così grandi come a quel tempo; ma ei n'uscì| come succede agli uomini non deboli per natura| non istanchi per età o troppo ripetute sventure| con nuove forze e nuovi disegni. Narra egli stesso così : « Contra questo avversario della ragione si levò un dì| quasi all'ora di nona| una forte immaginazione in me : che mi parve vedere questa gloriosa Beatrice con le vestimento sanguigne| con le quali apparve prima agli occhi miei ; e pareami giovane in simile etade a quella che prima la vidi. Allora cominciai a pensare di lei ; e secondo l'ordine del tempo passato ricordandomi di lei| lo mio cuore s'incominciò a pentire
(1) Della gentile e santa Elisabetta| terziaria di San Francesco| e tenuta da alcuni per fondatrice de' terziarii claustrali (Butler| 4 ott | trad. ital.| p. 95| in nota) à nota la bella vita scritta dal conte di Montalembert.
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