Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
capo vm —1293-1295 Ed io all'ombra che parea più vaga Di ragionar| drizzatami| e cominciai| Quasi com'uom cui troppa voglia smaga: 0 ben creato spirto| che a' rai Di vita eterna la dolcezza senti| Che non gustata non s'intende mai| Grazioso mi fia| se mi contentiDel nome tuo| e della vostra sorte| Ond'ella pronta e con occhi ridenti: La nostra carità non serra porte A giusta voglia| se non come quella (1) Che vuol simile a sè tutta sua corte. Io fui nel mondo vergine sorella; E se la mente tua ben si riguarda| Non mi ti celerà l'esser più bella| Ma riconoscerai ch'io son Piccarda | Che| posta qui con questi altri beati|" Beata son nella spera più tarda. Li nostri alfetti| che solo infiammati Son nel piacer dello Spirito Santo| Letiziati dal suo ordine formati; E questa sorte| che par giù cotanto| Però n'è data| perchè fur negletti Li nostri voti| e vóti in alcun canto. Ond'io a lei: Ne'mirabili aspetti Vostri risplende non so che divino| Che vi trasmuta da'primi concetti; Però non fui a rimembrar festino; Ma or m'aiuta ciò che|tu mi dici| Sì clie '1 -raffigurar m'è più latino. Ma dimmi : voi| che siete qui felici| Desiderate voi più alto loco| Per più vedere| o per più farvi amici? Con quell'altr'ombre pria sorrise un poco; Da indi mi rispose tanto lieta| Ch'arder parea d'amor nel primo foco: Frate| la nostra volontà quieta Virtù di carità| clic fa volerne Sol quel ch'avemo. e d'altro non ci asseta. Se desiassimo esser più superne|
Intendi : se non come la carità divina.
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