Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
capo vili 1293-1295 HIe de' piti famosi della città| come vedemmo Guido Cavalcanti. Ad ogni modo « messer Corso forte lo temea| perchè lo conosce» di grande animo; e cercò d'assassinarlo| andando Guido in pellegrinaggio a Santo Jacopo| e non venne fatto. Perchè| tornato a Firenze| e sentendolo| inanimò molti giovani contro alni| i quali li promisero essere in suo aiuto» (1). Tra questi giovani puj appena porsi in dubbio che non fosse Dante.
In tutto| s'io m'appongo| noe sarà difficile farsi una idea della vita che dovea viver Dante tra tutti costoro| in quel vicinato| su quel canto de' Pazzi| e intorno a quel San Martino del Vescovo; ed anzi forse| della sua vita domestica tra le stesse mura dell'albergo avito degli Alighieri. Dante| vicino ed amico| ma quantunque de' grandi o nubili di Firenze* non eguale agli altieri Donati| entrò non senza qualche vanagloria in tal famiglia| erniosi scorge in un luogo d( I Paradiso (2). Ed entiato che vi fu| rimase o si fece amico sì de' più giovani e gentili fra essi| Forese e Piccarda; ma col supeibissimo e soverehiator messer Corso| a lui supcriore per età| nome| potenza in città e principato di famiglia| Dante| pur superbissimo ed inferiore solamente di posizione sociale| non d'animo| non dovette viver mai in quella dipendenza che tali superiori sogliono esigere| e tali inferiori negare. Aggingui le inimicizie di messer Corso contro a messer Vieri e a Guido Cavalcanti| vicino quello e capitano| questo amico del cuore di Dante; ed aggiugni quello sdegno che spontaneo sorge in cuor gentile dalle soverchierie stesse che non gli toccano; e conchinderai| che il matrimonio di Dante colla Gemma Donati lo dovette cacciare in un ve-spajo di punture ed ire e inimicizie| indipendenti forse da Gemma| ma non operanti a rendergliela cara. Tutto ciò in generale mi par quasi certo ; ma il volercisi addentrar più| sarebbe simile| e non più veritiero| a quei pettegolezzi i quali appunto si fanno ne' vicinati pei* ispiegare e render piacevoli le storie| altronde non ben sapute. Veggiamofi) Dino. p. m (2) Parad. xvi| 113-120.
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