Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
capo ix — 1293-1300 127
potendosi da un governo oppressore farsi a detrimento delle sostanze popolari ; se ancora| l'accrescimento di una città più essere a detrimento delle terre all'intorno^ e mostrar più attivit'i nella popolazione che nel governo; quando poi insieme s'accrescano e i monumenti pubblici e le abitazioni private| e dentro e fuori della città| non panni possa rimaner dubbia la prosperità| almeno materiale| del governo insieme e del popolo.
Ma « nel detto tempo| essendo la nostra città di Firenze nel maggiore stato et più l'elice| che mai fosse stata| dapoi ch'ella lue riedificata 0 prima| sì di g'audezza et potenza| et sì di numero di genti| che più di XXX mila cittadini da arme havea nella città| et più di LXX mila distrettuali havea in contado| con nobiltà di buona cavalleria et franco popolo| con grandi ricchezze| signoreggiando quasi tutta. Toscana; il peccato della ingratitudine| col subsidio dell'inimico della humana generatione| della detta grassezza fece partorire superbia e corruttione: per la quale furono finite le feste et allegrezze de'Fiorentini| che infino a que' tempi stavano in molte delizie et morbidezze| et tranquilli et sempre in conviti; chè ogni anno per kalen di maggio quasi per tutta la città si faceano le brigate| e le compagnie d'huomini et di donne| di solazzi et balli » (1)|
(1) G. Vill.| p. 369.
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