Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
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libro primoCAPO X.
I Bianchi f i Neri. Il giubileo| la terza idea del poema. Il priorato.
(1300)
N>1 mezzo del cammin di nostra vita Mi ritrovai per una stira oscura| Chè la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura Questa selva selvaggia ed aspra e forte| Che nel pensier rinnova la paura !
Tanto è amara| che poco è più morte.
Inf. i.
A te convien tener altro viaggio *
Se vuoi campar d'esto loco selvaggio.
Ivi.
......dopo lunga tenzoneVerranno al sangue| e la parte selvaggia Caccerà l'altra con molta offensione.
Inf. vi.
Il parteggiare che seguì in Firenze| in quasi tutta Toscana| e in alcune città all'intorno | non fu se non un suddividersi della parte guelfa; quel suddividersi che sempre succede di qualunque parte dopo qualche tempo di vittoria e baldanza| in puri e non puri| più e meno esagerati. E come pur succede sovente| i puri o più esagerati ebbero| aiutati da fuori| la vittoria; e i meno puri| tacciati prima di parte contraria| poi condannatine e dispersi| si confusero in breve eon questa. Pochi anni durarono siffatti accidenti di parte guelfa; e i nomi di Neri e Bianchi incominciati nel 1300| già dieci anni dopo più non s'udivano| perduti di nuovo in quelli primitivi di Guelfi| e Ghibellini. Quindi è che tal episodio avrebbe poco interesse| e sarebbe appena notato nella storia d'Italia o nella fiorentina stessa| se non vi si trovasse impigliato il nostro sommo autore; tanto che| dopo l'amore di lui| è l'evento più importante di sua vita| e quello a che più sovente allude nel divino Poema. Sarebbe perciò degnjs-
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