Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
capo x — 1300 131
messere Corso Donati| cavaliere di grande animo| essendogli morta la moglie | ne ritolse un'altra| figliuola di messere Àccerito da Gaville| la quale era reda ; ma non consentendo i parenti di lei perchè aspettavano quella redità| la madre della fanciulla| vedendolo bellissimo uomo| contro alla volontà degli altri Conchiuse il parentado. I Cerchi| parenti di messere Neri da Gaville| cominciarono a sdegnare| e a procurare non avesse la redità ; ma pur per forza l'ebbe. Di che si generò molto scandalo e pericolo per la città e per speziali persone » (1).
A ciò era quella inimicizia in sul principio del 1300| quando ad accrescerla venne un'altra non dissimile da jPistoja. Nè paia strana questa importanza delle inimicizie private ; le quali dette faide ne'tempi barbari| furono principalissimo motore d'azioni d'allora in poi| e duravano a quelli di che parliamo ; tantoché non pur iscusa-bili| ma sacre eran tenute da tutti e da Dante stesso| in ciò solo forse non progredito oltre al secolo suo. Famoso è il luogo dell'Inferno| dove incontrato un consorte od agnato suo| Geri del Bello | già violentemente morto e non vendicato per anco da nessuno del sangue| scostasi questo sdegnoso contro Dante| e Dante spiega poi e scusa siffatto sdegno a Virgilio :
0 duca mio! la violenta morte| Che non gli è vendicata ancor| diss'io| Per alcun che dell'onta sia consorte| Fece lui disdegnoso| onde sen gìo Senza parlarmi| sì com'io stimo; Ed in ciò m'ha el fatto a sè più pio. — Inf. xxix| 31-36.
Or dunque| « essendo in Pistoja una famiglia| la quale passava per numero piti di cento uomini d'arme| non pferò d'antichità grande| ma di possanza| d'avere e di persone quanto è detto| e d'amicizia assai| li quali discesero d'uno ser Cancellieri Notajo | e da lui aveano nome
| (1) Dino Comp.| p. 480.
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