Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
ll<) j.1bh.o primoparte| ma trattanti ed operanti insieme| due uomini quali Dante e Dino Compagni : grande e fiero il primo| come ognun sa; e molto più bonario| ma non tuttavia senza una colai dolce fortezza| il secondo. E se a due tali uomini pur aggiugniamo Guido Cavalcanti della medesima parte Bianca| e Giovan Villani| che se non ne fu| fu anche meno dei Neri contrarli| noi veggiamo così riuniti in quella parte se non i maggiori| certo i migliori uomini di Firenze: ondechè| se noi pure sentiremo qualche parzialità per quella parte| parmi che vi ci ppssiamo abbandonare| senza scrupolo ch'ella ci venga per soverchio amore al nostro protagonista. La parte Bianca fu la parte popolana in governo popolano| la parte della preservazione delle leggi esistenti| e così della legittimità o legalità; eia Nera| odei Grandi| o di messer Corso| er$ quella della rivoluzione| e del sovverti mento dello stato presente in che era venuta e rimasta in fiore parecchi anni la città. Vero è| che potea parere restaurazione di uno stato più antico ; ma siffatti tentativi più o meno scusabili dove son leggi antiche e ben definite| il sono meno assai colà dove la volontà di tutti o dei piti sia la sola legge costante e durevole. E tale era certo Firenze (1).
Finalmente| prendiamo da Leonardo Aretino la parte^
(1) Noi abbiamo <|ui per narratore un uomo prmcipalissimo| che per ben tre volte partecipa al fatto narrato. Quindi già ogni altra narrazione contraria o dei Villani| quantunque storico talora più diligente| o di Leonardo Areliuo| quantunque storico speciale di Dante| pon dovrebbe avere forza. Ma ei ci è più: il solo mezzo di metter tutti d'accordo è anzi di seguir qui il Compagni| e sarà evidente il bisogno| a clii voglia riprendere per migliorarla la presente fatica| di una storia delle parti Bianca e Nera. A guida di che| servano le seguenti osservazioni : 1° il Villani e Marchionne Stef.| mettendo un solo esilio de' Neri a gennaio e febbmjo 130 dopo la congiura di Santa Trinila| contraddicono| oltre a Dino| pure a Leonardo|che nielte pur quell'esilio durante il priorato di Dante. 2° Leonardo poi| mettendo la congiura di San(a Trinità durante il priorato| e così a giugno-agosto 1300| contraddice a Dino (p. 483)| e a Villani (p. 373)| clic la fan posteriore senza data; e a Marchionne Stefani (p. 11)| che ne dà la data a gennaio 1301. È vero che Dino é il più negligente di tutti in fatto di date; ma è pure il più credibile di tutti| quando queste ci sono sommiuislrate dai fatti particolari in cui egli ebbe parte. Del resto il più diligente per l'ordine de' tempi è senza dubbio Marchionne Stefani. Ma essendo più breve degli altri| ei si vuol seguire e supplire.
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